Checked by Alek87
Foto Presentazione
Componenti
Robin Stenson - Chitarra
Tristan LeNoir - Batteria
Raphael Turner - Bassista
Dawn Macliche - Vocalist
Nome Utenti che formano il gruppo
Mrs.Phoenix, Mich, Lithea, Joey
Genere
Dark
Ruolo: Vocalist
Nome: Dawn
Cognome: Macliche
Età: 23 anni
Provenienza: di origini Finlandesi vive oggigiorno a New Orleans
Descrizione: Dawn nacque in autunno, e mai nessuna stagione avrebbe potuto influenzarla ed allo stesso tempo rispecchiarla a pieno. Da piccola, bimba meditativa e distante, difficilmente riuscì a relazionarsi profondamente con il suo prossimo. L'amore che nutriva nei confronti della Nonna, unica sua famiglia la condusse via via a crescere sempre in un isolamento aureo, durante il quale passatempo più gradito era il leggere lunghi romanzi fantasy, il cui mondo oscuro e popolato da splendide fate sfuggenti, la affascinava sia nei sogni che durante le veglie di ogni giorno. All'età di 18 anni, morta la nonna dovette trasferirsi, e raccolti i suoi pochi affetti partì alla volta dell'America, quel grande paese in cui, sapeva già non avrebbe più ritrovato gli incantati panorami boschivi,che tanto nella sua infanzia l'avevano accolta ogni far della sera. Abbandonati gli studi, trovò riparo e sostentamento nella città di New Orleans, e per due anni lavorò come custode di un orto botanico il quale curava differenti specie di fiori. Quella che imparò ad amare e custodire gelosamente fu la Nerine, la cui fioritura avveniva solo in Autunno, quando i prati si ricoprivano via via di uno scricchiolante mosaico di foglie. Le prime notti di ogni fioritura annuale, soleva stendersi al chiarore della luna e con voce chiara e suadente intonare lievi nenie, come ninnananne per quei fiori che tanto parevano ascoltarla e quasi ondeggiare,scossi dalla brezza notturna. Non prestò mai attenzione particolare per quei piccoli spettacoli notturni, che imbastiva così naturalmente nell'atmosfera raccolta e sovrannaturale dei giardini che sorvegliava. Finché un giorno, danzando leggera sul limitare delle serre, qualcuno udì quel canto, che in quel contesto urbano apparse come richiamo ancestrale e fatato. Cominciarono così, i residenti del circondario di quel quartiere ad identificarla come "La fata del pallido notturno", e riunirsi le sere autunnali accanto ai cancelli dei giardini, ascoltando rapiti quel canto soave, e di tanto in tanto scorgendo tra la vegetazione, l' ondeggiante chioma dorata e l'eterea sagoma danzante di Dawn.
Una di quelle notti cambia qualcosa in quel piccolo rito che sa d'arcano e magia, le note inaspettate di un violino iniziano ad accompagnare le sue parole quasi si fondessero in perfetta armonia pur senza avere spartito o testo a cui prestar fede. Un'empatia insolita, che si ripropone con costanza quando la voce di Dawn aleggia nell'aria notturna. Pur senza averne cognizione, pur senza ciò che sarebbe stato l'avvenire fosse minimamente contemplato, quello fu il primo germoglio da cui i Velvet Tears avrebbero poi trovato origine.
Come nel mito di Eros e Psiche, in cui la fanciulla mai vedeva il proprio amato compagno, così pareva che colui (o colei?), che si ammantava delle tenebre per lasciar che solo la musica parlasse di sé, fosse restio a mostrarsi ma, fortunatamente, quando quell'oscurità venne dissipata in un raggio d'alba non vi fu solo il ricordo di una melodia ad accoglierla, bensì un ragazzo che, una volta fatte le dovute presentazioni per quanto lui fosse di poche parole, rese noto, finalmente, il suo nome: Tristan LeNoir.
Fu il caso a unirli, ma altrettanto non poté definirsi poi quel legame che andò a instaurarsi tra i due, fu quasi una logica conseguenza il ripetere quell'empatica armonia che si era creata tra voce e note e ciò arrivò a non limitarsi più alle notti in quel giardino botanico. Ogni luogo era possibile e inaspettato palco in cui quel mondo di fate danzanti e angeli silenti pareva spalancarsi per chi avrebbe saputo coglierne l'oscura perfezione.
Fu Tristan poi, convinto del fatto che la voce di Dawn dovesse avere ben più che quegli istanti per risplendere degnamente, che la convinse a seguirlo a Seattle, luogo in cui sapeva vi era possibilità affinché quanto loro avevano condiviso avrebbe potuto essere ben più, avere il meritato tributo onde far si che il mondo potesse conoscere, tramite la loro musica, quell'incanto che si riproponeva sulle loro note. Ma, ovviamente, i sogni si potevano limitare al mondo onirico, a conti fatti nel mondo dello spettacolo, per il tipo di musica che rappresentavano, una voce e un violino avrebbero avuto troppo poco impatto, non era sufficiente.
Reperire però dei compagni non fu certo impresa da poco, e non perché non si presentassero persone agli annunci affissi, ma, di fatto, ogni candidato puntualmente veniva scaricato poiché, per Tristan, nessuno riusciva davvero ad accompagnare degnamente la voce di colei che sarebbe stata il cuore del gruppo.
Ancora una volta fu il caso a dar loro supporto, adempiendo perfettamente al detto che una cosa più la si cerca più essa si fa distante, fu proprio nell'inaspettato che a loro si unirono Raphael e Robin.
Una notte che pareva senza pregio, il semplice trascorrere in un pub la serata dopo una giornata destinata ad accodarsi alle altre con un niente di fatto compiuto. E, invece…Delle note che si spargono nell'aria, un palco illuminato fiocamente per non disturbare gli avventori del locale...Una chitarra e un basso che prendono come vita propria sotto le dita indubbiamente abili di un ragazzo e una ragazza. Eppure qualcuno voleva spezzare tutto questo, il proprietario che va sulla scena e dice che aveva chiaramente affermato di non volere per la serata un gruppo senza cantante. Una discussione che rischia di diventare accesa. E la voce di Dawn che, come fosse nel suo stesso animo, prende a cantare su quelle note che, nonostante le parole dell'uomo, non si erano fermate. Persino l'esigenza di Tristan dovette riconoscere, come ascoltando quella musica per la prima volta, che il colpo di testa di Dawn, in realtà, avesse portato un esito positivo tutto sommato. I componenti dei Velvet Tears erano, dunque, finalmente completi. Da quella sera al loro effettivo esordio passò svariato tempo, il gruppo prese comunque struttura e affiatamento, affiatamento che si dimostrava in maniera più che egregia quando i loro animi si legano attraverso le loro note.
E Dawn...alba dopo una notte oscura e onirica, il cui canto si sparge soave e racconta di Solitudini e dolori che rapiscono l'animo, in sé nasconde una profondità difficile da compenetrare, oltre quella giocosità quasi infantile, ancora e sempre immersa in quel mondo fatato di cui lei pare far parte, riesce ad esser forte e caparbia sulle scene e nell'esibirsi con il gruppo. Molto legata ad ognuno dei componenti, ma soprattutto a Tristan ,colui che lei allegramente suole chiamare "Angelo Oscuro", la cui presenza silenziosa e costante, la fa sentire protetta, anche fin troppo. Un'amicizia più che fraterna lega la Fata al suo Oscuro custode, e numerose volte l'ispirazione per gli intensi testi da lei composti, è giunta durante passeggiate notturne in sua compagnia.
Ruolo: Batterista
Nome: Tristan
Cognome: LeNoir
Età: 26 anni
Provenienza: New Orleans
Descrizione: Definire una vera e propria storia di Tristan non è semplice, non perché non ne abbia una...dopotutto...tutti hanno una storia, ma di fatto il suo vissuto resta come tale. Un’ ombra nel suo sguardo di tenebra, una porta accuratamente chiusa e sigillata in quell’arco di tempo definito e unico che Tristan, è ben cosciente, non avrà un seguito nel suo percorso d’esistenza. Da sempre ragazzo di poche parole, tuttavia in questo poco parlato non vi è indice di timidezza o rifiuto degli altri..no, poiché quella chiusura che pare trasmettere, quell’essere ineccepibilmente saldo e senza slanci che possano minare non solo a sé stesso ma, soprattutto, a chi ruota attorno alla sua figura, in realtà è uno status da cui coglie tutto ciò che il mondo esprime ed elargisce per farlo rivivere attraverso la sua arte.
Perfezionista fino all’estremo quando si tratta delle sue capacità, arriva spesso a pretendere troppo da sé stesso come dagli altri e ciò non è solo strettamente legato alla musica ma si amplia persino al contesto relazionale e personale. Proprio per questo non è difficile immaginare come, senza alcuna richiesta, si sia presto accollato il compito più o meno gravoso di sovrintendere a tutto ciò che gira attorno al gruppo, dai suoi componenti al curare le esibizioni, a tutto ciò che degli emergenti possano dover compiere per riuscire a farsi conoscere e apprezzare nell’ambiente poiché, se c’è una cosa che purtroppo lui sa fin troppo bene, è quanto il mondo dietro il quale intendono far assaporare le loro note non passa solo attraverso il talento. E’ anche, e soprattutto, business. Comprensibile dunque come possegga un atteggiamento fortemente protettivo verso i suoi compagni, quasi fossero un’estensione di sé anche se solo in rare occasioni persino con loro lascia cadere l’atteggiamento che lo caratterizza, tanto che non è davvero possibile davvero definire se il suo essere è un tutelare i compagni o gli interessi della band, dopotutto spesso i due termini non coincidono.
Pare che davvero poco possa scuoterlo, solo quando suona è possibile avvertire come riversi qualcosa di più di semplice conoscenza nei suoi gesti, una dimensione profonda che, prima dell’incontro con Dawn, era anche strettamente intima e personale. Ma allora era il violino a completare il suo tormento, a darvi voce come lui non intendeva fare poiché lo riteneva comunque inutile in un mondo che, in ogni caso, al nulla l’avrebbe riportato.
Un nulla che pare però, ogni tanto, venir spazzato via quando la voce di Dawn riesce a condurlo all’interno del mondo di lei, un regno in cui ancora è possibile vedere fate e spiriti, un mondo che le invidia in qualche modo poiché sa di non poterlo ritrovare se non in quei brevi istanti. Forse anche questa fu la motivazione che lo spinse oltre quel semplice vivere per mettere tutto sé stesso nel veder formata la band in cui tutt’ora suona, anche se per essa aveva dovuto accantonare il violino per adeguarsi a ben altro strumento.
La cosa che maggiormente colpisce in lui è, indubbiamente, l’incarnato estremamente diafano, quasi bianco in effetti, che, abbinato ai capelli lunghi corvini e agli abiti del medesimo colore, non può che farlo comparare a un vampiro, anche perché effettivamente le sue uscite in pubblico durante il giorno sono evento assai raro, molto più affine alla notte e ai sentimenti che essa suscita è solito preferire la vita notturna in cui, comunque, sostiene di riuscire a dare anche più il meglio di sé, quasi che la Luna possa davvero infondergli maggior estro o idee. Altri elementi irrinunciabili in quelle piccole abitudini che compongono la sua personalità: il riuscire ogni tanto a ritagliarsi qualche ora per passeggiare nei boschi o vedersi in santa pace qualche film di Tim Burton, regista di cui apprezza moltissimo le idee e la creatività. Il suo film preferito è facilmente riconducibile al tatuaggio sull’avambraccio sinistro, rappresentante il volto di Jack Skeletron: il carismatico protagonista di Nightmare Before Christmas. Ogni tanto lo si vedere mettersi a scrivere delle lunghe lettere su cui tiene stretto riserbo e a cui, curiosamente, pare non ricevere mai risposta.
Ruolo: Chitarrista
Nome: Robin
Cognome: Stenson
Età: 23 anni
Provenienza: Seattle
Descrizione: Robin una ragazza piena di "stranezze" per le persone che la conoscono. Non si apre molto con gli sconosciuti, anche se è da sempre che li conosce. Non sa chi sono e se esistano le persone che l'hanno concepita. Il nulla più assoluto. Sa solo di esistere. E' vissuta in un orfanotrofio ,forse troppo colmo e lercio, nel quale tornava ogni volta che qualche "buon anima" voleva adottarla per darle una vita "decente". Era troppo attaccata alle "sue" bambine, non riusciva a vivere senza...Fino a quando la padrona dell'orfanotrofio, Marie Cloud, una cicciona ricca di difetti quanto poco attraente, decise che per Robin i cancelli di quella che lei aveva potuto definire in qualche modo "casa" si dovessero aprire per chiudersi per sempre alle sue spalle...la malattia aveva già consumato molte delle vite all'interno di quella grigia struttura e nessuno aveva più bisogno della sua presenza. Uscita da quell'inferno incontrò un ragazzo ,per certi versi oscuro, ascoltava della musica "strana" e suonava una chitarra , dall'aspetto vecchia di cinquant'anni. una notte mentre vagavano nell'oscurità ,Vincent ,così si chiamava il ragazzo dai capelli corvini e crespi ,si sentì male. Cadde a terra e Robin credendo che non fosse arrivata la sua ora cercò di rianimare il ragazzo con qualche schiaffo e qualche pizzicotto...niente. Aveva preso un colorito bluastro ,respirava troppo lentamente...non si risvegliò più. Robin si accorse che un ragazzo alle sue spalle accorreva in aiuto avendo sentito la ragazza urlare a squarcia gola...cercò di "rassicurarla" ma le consigliò di lasciare il ragazzo li, da li a poco sarebbero arrivati gli sbirri e non avrebbero lasciato per strada una ragazza accompagnata da un tossico dipendente...Lo sconosciuto prese Robin per le spalle e trascinandosela dietro la portò lontano via dal cadavere. Robin ,con il volto ricoperto dalla matita nera sciolta dalle lacrime indicò al ragazzo la baracca nella quale lei e Vincent vivevano...puzzava, c'era bagnato ovunque ,Robin prese una custodia nera con la chitarra, la chitarra di Vincent.Lui le insegnò come suonarla,però lei fece il più grosso come autodidatta, adorava suonare quello strumento così freddo ma così sensuale e emozionante. I due scapparono e Raphael, così si chiamava il ragazzo sconosciuto, portò la ragazza a casa sua e le diede un letto sul quale riposare. Passarono dei giorni e i ragazzi si conobbero sempre più. Robin non accettava ancora la morte del suo unico amico e "fratello". Passarono altre settimane e continuava la permanenza di Robin nella casa di Raphael, aveva bisogno di un po’ di novità nella sua vita.
Ruolo: Bassista
Nome: Raphael
Cognome: Turner
Età: 22 anni
Provenienza: Seattle
Descrizione: Raphael è un ragazzo cresciuto solo con la madre perché il padre se ne è andato quando era molto piccolo perché non si sentiva pronto per avere una famiglia e soprattutto non voleva "sistemarsi", non era nemmeno spostato con Charlotte, la madre di Raphael. Con lei ha un buon rapporto, la donna ha sempre cercato di fargli pesare il meno possibile l’assenza della figura paterna e lui ha un grandissimo rispetto per lei perché ha saputo essere una persona forte, ma certamente il suo carattere ha risentito della mancanza della figura paterna. Come avete letto dalla storia di Robin, lei e Raphael si sono incontrati e avvicinati in un’occasione particolare, nonostante avessero un anno di differenza, erano in classe insieme al liceo però non si erano mai notati prima di quell’episodio. Dopo il liceo aveva abbandonato gli studi per aiutare in casa e per iniziare a guadagnare qualcosa, per costruirsi un futuro. Robin & Raphael avevano tante cose in comune tra qui l'amore per la musica, lei suonava una chitarra classica e lui un basso, suonavano sempre insieme per tutti il giorno. Una sera stanchi della solita nottata a parlare, decisero di fare una pazzia. in un pub del centro ci si poteva esibire gratuitamente su un palco, una cosa amatoriale senza un grande pubblico, però offriva ai talentuosi una chance per farsi ascoltare e "capire". Quella notte e l’incontro con Dawn e Tristan cambiò la loro vita.
Raphael si è avvicinato al genere di musica Dark perché cercava un tipo di musica trasmettesse i suoi sentimenti, ciò che provava, dato che difficilmente essi trovano voce attraverso le parole.
Ha iniziato a suonare il basso a 14 anni quando sua madre gli permise di iniziare un corso.
E’ una persona principalmente riservata, non parla mai a sproposito ed è un buon ascoltatore.
Edited by Alek87 - 14/11/2008, 18:50